
Da oggi vi propongo di viaggiare con me nelle scuole d'Europa e vorrei cominciare dalla Finlandia... perché? Il motivo è presto detto: questo paese si colloca ai primi posti nelle classifiche OCSE PISA (Programme for international study assessment), cioè quelle graduatorie che mettono a confronto le scuole europee sulla base di alcuni criteri, come i livelli in literacy, cioè la comprensione del testo.
La scuola finlandese prevede la scuola primaria (con un unico maestro affiancato dallo specialista di lingua straniera) e la scuola secondaria, per un totale di 9 anni di obbligo scolastico (peruskoulu).
La scuola dell'obbligo è totalmente gratuita (sono gratuiti anche i libri e la mensa scolastica). Tutto il materiale, anche la cancelleria, viene consegnato agli alunni dalla stato.
Al termine dei 9 anni lo studente sceglie se andare alla Scuola secondaria superiore o alla scuola professionale per i tre anni successivi.
Notiamo quindi che in totale gli anni di scuola sono 12, contro i nostri 13. Gli anni di obbligatorietà, come abbiamo visto, sono 9 contro i nostri 10. Ma occorre una precisazione: la scuola comincia a 7 anni. Prima si frequenta l'asilo, che nell'ultimo anno prepara l'alunno all'ingresso nella scuola dell'obbligo.
Gli insegnanti sono reclutati dai Comuni e buona parte del curriculum è determinato localmente. Si tratta quindi di un sistema decentrato, come in genere sono i sistemi nordici o anglosassoni. Per accedere al ruolo di insegnante occorre la laurea.
Le ore di insegnamento sono in media 26, 30 nella scuola secondaria. Non si svolgono esami alla fine della scuola obbligatoria, ma viene rilasciato un certificato delle competenze raggiunte.
Fino ai 10 anni non sono previsti voti e le interrogazioni non hanno nulla di punitivo o inquisitorio.
Le scuole private, pochissime, sono tutte sovvenzionate dallo stato.
Durante il liceo, che prevede 38 ore settimanali, non si hanno gruppi classe ma ogni studente sceglie le materie da seguire e su cui sostenere l'esame finale di stato. L'insegnamento è organizzato in moduli, dunque prevede un periodo compatto in cui ci si concentra su una data disciplina.
La Finlandia è uno dei paesi con più alto tasso di scolarizzazione nel mondo: il 97,7% degli studenti completa il ciclo di studi; il 39% di giovani che non sceglie il liceo e preferisce imparare una professione ha a disposizione la scuola professionale o anche altre possibilità di istruzione permanente.
Com'è possibile questo risultato? Dipende in buona parte dalla mentalità pedagogica degli insegnanti finlandesi: non è l'alunno che deve adeguarsi agli standard dell'insegnante, ma è l'insegnante che dee capire come raggiungere l'alunno. Del resto, anche il reclutamento locale ha una certa importanza: l'accesso non è impersonale e la selezione dei docenti è molto dura. Dopo la formazione universitaria di 5 anni, seguono 6 mesi di pratica e 6 mesi con un tutor. Anche i primi 3 anni di lavoro prevedono la supervisione di un insegnante anziano. Lo stipendio è sotto la media europea, ma non tanto bassi come in Italia. Ma l'ottimo output deriva anche da un altro fattore: in tutte le scuole lavorano anche dei docenti senza orario prestabilito, con l'unico compito di aiutare gli studenti a recuperare le difficoltà. I professori possono contare anche su psicologi ed esperti per chiedere consigli e predisporre strategie per aiutare chi mostra problemi.
C'è da dire che il basso numero di abitudini facilita l'organizzazione scolastica, ma proprio la scarsità di risorse ha portato la politica finlandese a investire sull'incremento della conoscenza.
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